La poesia di Angelica Camassa abita il tempo, ne scandisce lo scorrere nella data precisa di ogni poesia. E nel tempo si muove l’inesausta ricerca di sé e del senso del mondo, filtrata e illuminata dalla metafisica cristiana cui allude l’invisibile, venato d’incertezza umana: Riuscirò a riconoscerti / quando sarai Risorto? Esperienza dell’invisibile è testimonianza di un impegno esistenziale costante e tenace espresso con parole che continuano a cercare, giungono dal silenzio, l’altro suono della parola…l’attesa dell’ascolto (Silenzio). L’aspirazione è trovare un senso al mondo pur nella consapevolezza della propria finitezza e fragilità: Mossa / soltanto / da ricerca di senso. / “Quella vita” / io cerco col mio bastoncino / che trema sulla strada. Angelica Camassa si propone quindi di esplorare quella parte dell’esperienza che resiste ai mezzi umani e che solo la poesia può esprimere giovandosi dell’aspetto fonico del segno linguistico, della scelta e disposizione lessicale che danno al pensiero una connotazione ricca di risonanze emotive. Dare voce all’invisibile è a volte sfidare la resistenza della parola: Impotente la parola / a nominare / il resto (Inseguo p.49), questo anche il motivo per cui spesso sono isolate nel verso per meglio scandirle, marcarle: boschi di abeti / bruciati / …Il tempo di Natale / viene / con ali di velluto; Nuda vorrei essere / Offerta / …Mossa / soltanto / da ricerca di senso (Cerco). Esperienza dell’invisibile segue Diario sconosciuto del 2016, Spazio Cultura Edizioni, e arricchisce “l’hortus conclusus” degli affetti familiari e della cronaca cittadina, con una prevalente attenzione sul sé e sul mondo esiliato dall’Eden: Questo è l’esilio / la terra dell’uomo / sconvolta / dalla fame / dagli orrori di guerra / dai veleni del cosmo (Esilio); dedica soltanto la seconda e più breve parte del libro ad Affetti Incontri. Della prima raccolta Esperienza dell’invisibile mantiene un concetto, che è la pietra angolare su cui l’autrice fonda con coerenza la propria visione del mondo: Tutto quello che è attorno mi attraversa / senza fare male / e ogni cosa ha la sua ragione di esistere. / Così / troverò forza da quello che accade (Diario sconosciuto, Accade). Non c’è però acquiescenza o rassegnazione, perché vivo rimane il fuoco interiore dell’interrogazione sul senso, nell’intreccio di realtà esterna e interiore, dell’invisibile che va ricercato con attenta lettura. Sulla pagina il lettore a prima vista coglie un percorso esistenziale schietto e chiaro, temperato appena da un filo d’ombra, dolore e sofferenza, accettati come parte della condizione umana, espressi talvolta con interrogativi: Cosa è che esiste? L’autrice consapevole della complessità della vita e del mondo circostante, fonda un rapporto fecondo con gli altri, anche se raro è il tu esplicito ed anche il noi. Necessario, ma implicito nello scandaglio interiore, è “l’altro” sempre “in fabula”, secondo lo statuto della poesia stessa. I momenti ed i numerosi luoghi ricordati sono “stazioni” dell’esistenza, vissuta con pienezza di affetti e di valori etici e spirituali, che la poesia coglie Stupita sempre di ogni cosa che accade, della “grande bellezza” che ammalia e trattiene al limite dell’esistenza, Incanto fonico incessante / del respiro originario. Alma Poësis, a cui la poeta si affida con un linguaggio asciutto e limpido. Un libro di rara grazia, mite e cordiale. Il bel disegno di Antonino Scarlata, riportato in copertina, interpreta i luoghi emblematici della vita di Angelica Camassa.