“KAIROS” Romanzo di Jenny Erpenbeck

Scritto da: Gabriella Maggio del Circolo dei Lettori di Spazio Cultura

Καιρός in greco antico indica il momento propizio in cui accade qualcosa d’importante ed è un titolo ben appropriato al romanzo di Jenny Erpenbeck, (Sellerio 2024, pp.393, € 18.00). Una serie di coincidenze favorevoli fa incontrare sull’ autobus 57 di Berlino est, l’11 luglio 1986, la diciannovenne Katharina ed il cinquantenne Hans. Lei deve ancora completare gli studi, lui è un affermato scrittore in crisi creativa, ha un programma culturale alla radio ed è ben inserito nel contesto politico di Berlino est. Da ragazzino ha fatto con la sua famiglia diretta esperienza del Terzo Reich, è stato nella Hitler Jugend, ma dopo la guerra si è stabilito nella DDR. Il modello a cui si ispira è Bertold Brecht. Di questi fatti Katharina sa poco, è troppo giovane per averli vissuti. La sua famiglia è stata sul versante opposto a quella di Hans: Se il nonno non fosse riuscito a fuggire la sera del 30 gennaio 1933, o se in Spagna fosse caduto nelle mani dei fascisti, o se dopo in Francia qualcuno lo avesse tradito e consegnato ai tedeschi…. Tuttavia Katharina sa che lì, in Germania, solo un sottilissimo strato di terra è sparso sulle ossa, sulle ceneri dei cremati” e che “la morte non è la fine di tutto, bensì l’inizio. La Storia s’intreccia e si insinua per tutta la narrazione nella vita dei personaggi. Come anche i corsivi delle numerose citazioni letterarie ed artistiche, testimonianze di un patrimonio culturale che crea l’identità tedesca ed europea. Katharina è intatta, senza macchia, della Storia recente ha vissuto soltanto la ricostruzione: il fango del grande cantiere, al tempo in cui si era trasferita con la madre nel primo grattacielo. Quando sull’autobus incrocia lo sguardo di Hans prova un garbuglio di sentimenti che le fa male fino alla punta delle ditaSenza di lui non vuol più andare da nessuna parte…, sente che è cominciata la vita, per la quale tutto il resto è stato solo propedeutico. Il fascinoso Hans, attratto dai suoi occhi limpidi, esercita immediatamente il suo dominio su di lei, fissando le condizioni della loro relazione: ha moglie e un figlio ed anche un’amante, i loro incontri saranno sporadici e segreti. Katharina non pretende nulla, chiusa nel bozzolo dell’attrazione per Hans, nell’ammirazione per la sua cultura. Di fronte alle figure del Pergamonaltar Hans le spiega i miti e le insegna che odio e amore sono simili. Nello sviluppo e nella crisi della relazione Katharina accetta a capo chino i rimproveri di Hans, le sue frustate, le sue torture psicologiche che cercano senza tregua le tracce dell’inganno, di quel suo temporaneo tradimento, che metta a nudo la sua meschina doppia morale piccolo-borghese. Non ostante tutto Katharina ha fiducia nella forza trascinante del suo amore, fino a non riconoscere le forme di dominio e di possesso. Soltanto in seguito comincia lentamente a sottrarsi, dedicandosi alla costruzione del suo futuro come regista di opera lirica. Ma la verità, suggerisce la scrittrice, che spesso interviene a commentare i pensieri dei due protagonisti, ha molti volti. Parallelamente alla crisi del rapporto amoroso tra Katherina e Hans la DDR cessa di esistere, implode su sé stessa e nel giro di pochi mesi semplicemente si dissolve, insieme a tutto il suo mondo ed alla speranza di una Germania umanistica, giusta, sociale. Il prezzo della libertà è la vita vissuta fino ad allora dai Tedeschi dell’est. Il racconto delle vicende storiche svela l’aspetto autobiografico del romanzo, dice infatti la scrittrice: «La fine del sistema che conoscevo, in cui sono cresciuta, mi ha spinto a scrivere». Kairos si colloca sulla linea dell’alta cultura tedesca da Hördelin a Christa Wolf, è un romanzo avvincente che affronta diversi temi che coinvolgono il lettore, il fascino che esercita la cultura, la formazione lenta di Katharina, il legame tra la vita degli individui e la storia di un popolo, la responsabilità delle proprie azioni e il labile confine tra bene e male, la delusione della ribellione (gli obiettivi perseguiti da ogni ribellione sono spesso diversi da quelli che poi si conseguono), l’amore, la famiglia. La narrazione è preceduta da un prologo in cui Katharina, mentre è negli U.S.A. per lavoro, apprende la morte di Hans. Ritornata in Germania, riceve due scatoloni che contengono quanto Hans ha conservato della loro relazione, fogli, scontrini, fotografie, agende, l’inestricabile groviglio di verità e bugie della loro storia particolare e di quella generale della Germania. Queste testimonianze o come le chiama la scrittrice “macerie” raccontano e svelano per quanto è possibile i fatti. Quando Katharina va a consultare degli archivi della Stasi, come si legge nell’epilogo, scopre che deve aggiungere qualcosa alla storia di Hans.

Condividi su: