LA VITA INTIMA
Romanzo di Niccolò Ammaniti
Einaudi Stile Libero

Scritto da: Gabriella Maggio

“La vita intima” di Nicola Ammaniti, ed. Einaudi Stile libero, racconta i sette giorni cruciali della vita di Maria Cristina Palma, moglie del premier Domenico Mascagni e madre di Irene, una bambina di dieci anni. Maria Cristina o come molti la chiamano Maria Tristina vive con docile apatia senza amore e senza amicizie vere, suscitando la compassione di chi le sta intorno. Si propone sempre di “ Sminuire le sofferenze che l’esistenza le ha elargito rassicurando il prossimo…” è incline a perdonare e sopportare, in fondo “è un cucciolo bisognoso d’affetto “ e intorno ne ha molto poco. Tuttavia la sua timidezza, i suoi monosillabi hanno scatenato la curiosità dei media che si sono divisi tra coloro che la considerano un bel paravento per nascondere la pochezza politica del marito premier e chi al contrario la crede una vera mente criminale assetata di potere. Secondo lo studio di una università della Louisiana Maria Cristina è la donna più bella del mondo. Ma l’opinione corrente la considera “bella, ma non bella come leggenda vuole”. Intorno a lei gira sempre uno staff che, per proteggerla nel suo ruolo di moglie del premier e corresponsabile del suo successo politico, soffoca i suoi gesti e le sue parole , ma non sembra apprezzarla né stimarla, “perché è una che non si rende conto, frivola, interessata soltanto alle vanità”. In verità Maria Cristina da tempo si è lasciata guidare dal suo personal trainer, Mirko Tonic, da Caterina, l’assistente che l’aiuta nelle relazioni sociali, dal Bruco, il genio dei social che studia ogni mossa che serve ad aumentare il gradimento del premier, ma anche dall’hair scultor, Diego Malara,responsabile della sua bellezza. Chiarisce Ammaniti : “Maria Cristina è solo l’attrice della sua esistenza, nel teatrino della sua mente interpreta tutti i ruoli, la sportiva, la modella, la santona, la moglie dello scrittore, la moglie del premier, la vittima del revenge porn, la candida e galleggiante Ophelia nell’abusato quadro di Millais. Nulla è autentico”. La narrazione comincia da un banale incidente. Un disco di 5 kg, staccatosi dal bilanciere per la disattenzione del personal trainer Mirko cade sull’alluce di Maria Cristina, procurandole un dolore terribile e una forte contusione. L’autore avverte subito il lettore che si accinge a raccontare una storia interessante e necessaria:“Le storie, quelle importanti, quelle che cambiano i destini, sono fiumi impetuosi, difficili da imbrigliare. Tu gli metti un ostacolo e loro deviano, trovano un’altra via per fluire. E a me piace che questa storia inizi così,con un urlo di dolore” . La sera dell’incidente, durante la festa del Circolo Canottieri Aniene, mentre Maria Cristina cerca invano di dare sollievo all’alluce contuso, rifugiandosi nella toilette, s’imbatte in Nicola Sarti, un amico di gioventù con cui ha avuto una storia d’amore durante le vacanze sul Nasquira, una barca a vela “su cui ha fatto una crociera con il fratello Alessio poco prima che morisse”. Ricordando alcuni episodi legati ad Alessio, Nicola Sarti le promette di mandarle delle foto di quella vacanza. Insieme alle foto però le manda un video hard, di cui Maria Cristina è protagonista. Da questo momento la moglie del premier vive nel timore di una rovina imminente ed irreparabile e cerca in tutti i modi di ottenere la distruzione del filmato. Ammaniti racconta in terza persona, ma si serve di frequenti analessi per descrivere il carattere di Maria Cristina e le tappe importanti della sua vita prima di sposare Mascagni. Come ad esempio :”La ragione per cui la villa è spoglia, senza arredamenti,merita un capitolo a sé. Questa tecnica narrativa permette al lettore di scoprire l’esile “vita interiore” di Cristina, che comincia a venire alla luce dopo essere stata soffocata dalla necessità di essere ciò che il ruolo sociale e la sua vanità, le impongono. L’ incontro con Nicola Sarti, risvegliando i ricordi della sua giovinezza, l’aiuta a spezzare il guscio di stereotipi nel quale si è costretta e la spinge a “tornare quella che era. La scatenata”. Gli episodi che riaffiorano nella sua mente e la paura che il video hard venga diffuso l’aiutano sia pure con fatica a cercare la sua strada, a ritrovarsi. Con i suoi interventi Ammaniti guida il lettore a cogliere anche il significato metaforico della narrazione. Descrivendo la società odierna schiava dell’apparire e dei social, attraverso la storia “ esemplare”di Maria Cristina, ci dà la chiave per recuperare la nostra autenticità. I nostri ricordi ed i sentimenti a cui sono legati costituiscono la nostra vera identità e ci aiutano a darci un progetto di vita. I capitoli scorrono in un linguaggio limpido venato da leggera ironia e talvolta anche da una punta di comicità per le situazioni piuttosto improbabili descritte, come l’incontro con Stefania Subramaniam che ritocca a Maria Cristina la tintura dei capelli costringendola, pur vestita di Dior, ad inginocchiarsi in una toilette o il recupero acrobatico del telefono di Maria Cristina caduto nella canna fumaria della villa. Anche questa leggerezza è un invito al lettore a non fermarsi sulla superficie del racconto. “ La vita interiore” si configura quindi come un viaggio nell’intimo di una donna, emblema del nostro tempo. Ma è anche altro in quanto ripropone un autore molto significativo del ‘900, Alberto Moravia. “La vita interiore” di Ammaniti sembra infatti dialogare con “La vita interiore” di Alberto Moravia scritto nel 1978. Anche Moravia aveva descritto un’epoca ed un ambiente attraverso il carattere di una donna.

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