MICHELA CI AIUTI
Romanzo di Francesca Luzzio

Scritto da: Gabriella Maggio

Nel romanzo “Michela ci aiuti”, edito da Albatros, Francesca Luzzio narra da diverse angolazioni le vicissitudini di una famiglia e manifesta con chiarezza la sua opinione su un tema oggi molto dibattuto. La storia ha inizio quando Marco trova la moglie Angela a letto con l’amante. Sconvolto si rifugia a Montemaggiore Belsito in casa dell’anziana madre. Oltre al disagio di sentirsi “cornuto” nell’ambiente ristretto e pettegolo del paese Marco soffre molto per la lontananza dell’amata figlia Michela e attende con ansia l’inizio delle vacanze scolastiche per riabbracciarla. Ma i suoi sogni sono destinati ad infrangersi presto perché altre disgrazie lo attendono. Nel momento più buio sarà proprio la figlia ad aiutarlo a ritrovare la dignità del lavoro e la riconciliazione con la vita e con Angela. La trama del romanzo spiega il titolo. La narrazione mette in rilievo il contrasto città-paese, il rapporto uomo-donna, genitori-figli, il disagio economico della disoccupazione e del sottosviluppo del Meridione, l’incanto della campagna e in ultimo la mafia cittadina. La focalizzazione del racconto che si concentra di volta in volta sui diversi personaggi, Marco, Michela, Angela dà coesione ai diversi temi e rende omogeneo e coerente lo sviluppo della storia, svelando così l’intento profondo della scrittrice ed il suo messaggio rassicurante: mai arrendersi, lasciarsi andare, anche se la situazione è catastrofica, perché una soluzione “onesta” si trova sempre, come dice Michela. Implicitamente la storia della famiglia di Marco è esemplare perché è la risposta alla domanda sui valori fondanti la famiglia e la società. Marco ed Angela progressivamente “crescono” nel corso della narrazione e trovano la soluzione alla loro crisi : accettare se stessi e gli altri per quello che sono con le loro particolari debolezze. La solidarietà umana che nasce dalla comprensione reciproca è l’unico antidoto al disagio esistenziale. Il messaggio di “Michela ci aiuti” è coerente con la produzione poetica e narrativa della scrittrice fiduciosa nella vita, accettata nel suo complesso intreccio di dolore e felicità, amore e disamore, onestà e corruzione. Ma con l’occhio sempre vigile sui “valori” ineludibili.

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