Palermo in un romanzo

“Palermo come non l’hai mai conosciuta e come altrimenti non la conosceresti”.

Con queste parole Emanuele Drago usa descrivere sinteticamente il contenuto del libro Palermo in un romanzo. Come afferma Pasquale Hamel nella Prefazione, “non una storia come tante ma un originale e colto viaggio letterario, che ci offre la opportunità di conoscere i mille volti della città”. E i mille volti non sono soltanto quelli dei monumenti, delle chiese, dei palazzi, delle ville pubbliche e private, delle piazze, delle strade e dei vicoli di cui Palermo è ricca, ma anche quelli delle figure storiche e delle persone comuni che l’hanno abitata, vissuta e trasformata nel tempo, lasciandovi spesso un segno indelebile. Segni che il protagonista, Andrea, io narrante del romanzo, sotto la guida dell’altro protagonista, Emilio, suo accompagnatore e mentore accorto e competente, ricerca con attenzione, ma anche con divertimento, in un rincorrersi di immagini, di aneddoti, di Storia e di storie che rendono vivo e affascinante il racconto. Una narrazione che si sviluppa sotto forma di continuo dialogo e con salti temporali che consentono di ricordare tutte le presenze e le dominazioni che hanno interessato la Sicilia e in particolare Palermo, la quale quindi, sempre riportando le parole di Hamel “ha il diritto di essere annoverata come luogo della storia in quanto, per la pluralità delle evidenze architettoniche, è essa stessa palinsesto delle culture passate e presenti del Mediterraneo… e non solo”.
Accanto a questa ricerca delle proprie radici nelle mille sfaccettature e curiosità di una città carica di storia, si sviluppa, nel romanzo, una toccante “ricerca del padre” che puntella i percorsi di conoscenza − veri e propri itinerari turistici per le strade di Palermo − rendendoli ancora più vivi e palpitanti e risolvendosi in una sorpresa inattesa. Una sorpresa che, come scrive Biagio Balistreri nella sua “Lettera all’Autore”, si accompagna allo “stupore di ritrovarsi in una città animata dalle mille vite che l’hanno attraversata nel tempo, lasciando segni che vanno colti, decifrati, resi palpabili anche con un poco di immaginazione, da cui traggano nuova linfa vitale. Una città che cattura e soggioga”.