© 2024 Spazio Cultura Edizioni S.r.l.
cm 16×20 pp. 224 brossura
ISBN: 979-12-81032-38-5

Epistole a cento poeti (più uno)

Cesare Iacono Isidoro
Prefazione di Claudia Castellucci

Postfazione di Salvatore Lo Bue

In una intervista di ormai parecchi anni fa Milo De Angelis diceva: “la poesia ha un’esigenza centrale di durata, di permanenza, di rapporto con la tradizione, con i maestri, con i vivi e con i morti, con la loro comunione”. Non trovo parole migliori per descrivere quale tipo di responsabilità dovrebbe guidare un poeta nel suo lavoro, responsabilità che a me pare troppi poeti contemporanei invece non reputino necessaria.
Queste epistole sono nate per caso, dall’omaggio di un taccuino ricevuto in libreria in seguito all’acquisto di un volume (di poesia), che l’istinto ha suggerito subito di usare per comporre omaggi a poeti. Ma al momento di scrivere un altro istinto ha sobillato l’idea di trasformare questi omaggi in conversazioni a tu per tu, con la sfacciataggine di “dare del tu” ai maestri proprio con quel senso di comunione di cui parlava De Angelis. Non ho pensato di redigere un canone, neppure un mio personalissimo canone: ho incontrato più che scelto, potrei dire, i poeti destinatari, come un insetto impollinatore impazzito dall’odore dei fori più diversi. Ho cominciato con Andrea Zanzotto, che ha irraggiato la poesia di una luce di ragione e intelligenza, e ho chiuso con Antonin Artaud, che l’ha investita di bagliori di follia (e intelligenza); gettando un ponte senza rendermene conto, poiché non ricordavo che lo stesso Zanzotto scrisse nel 1968 un testo dedicato ad Artaud. L’arcata di tale ponte è lunga quanto la storia millenaria della poesia, e congiunge idealmente proprio le rive della ragione e della follia che, se serve sottolinearlo, non sempre in poesia sono tanto nettamente distinguibili. Mi ci sono incamminato un giorno ormai molto lontano, piuttosto inconsapevole della folla che l’aveva già percorso, “così tanta ch’io non avrei creduto che morte tanta n’avesse disfatta” (Dante carpito da Thomas Eliot): ora, che quella stessa morte mi è ragionevolmente più vicina di quanto lo sia quel lontano giorno, continuo imperterrito a incedere sul basolato guidato da quel po’ di follia che qualunque poeta abita, che è ciò che gli permette, a dispetto delle pretese della vita e della storia, di continuare a soffiare (follis non era forse il mantice?) sulle braci della poesia.

© 2024 Spazio Cultura Edizioni S.r.l.
cm 16×20 pp. 224 brossura
ISBN: 979-12-81032-38-5

18,00

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L'autore

Cesare Iacono Isidoro è nato a Cesena nel 1962 e vive a Cesenatico. Si è diplomato in chimica industriale, ma ha lavorato per vent’anni in un panificio e, da altrettanti e tuttora, svolge mansioni di magazziniere presso una rivendita di materiali edili. È sposato da 33 anni con Marianna, donna della vita e amore infrangibile: insieme hanno avuto una figlia, Silvia, la cui meravigliosa esistenza troppo, davvero troppo presto, è stata bruscamente interrotta da una malattia. La sua formazione umanistica è da autodidatta. Scrive poesia dal 1979, ma si sente poeta da una decina di anni dopo. Ha finora pubblicato un solo libro di versi a fronte di un contratto editoriale, Cinquantadue poesie (Poggibonsi, Lalli Editore, 1990). In seguito ha autoprodotto alcune plaquettes artigianali. Sue poesie sono comparse su riviste (Lo spartivento, L’ortica), e antologie (degne di menzione soltanto Dimenticario, Forlì, L’Ortica, 2003 e Stringere il vento. Antologia di poeti di Cesenatico, a cura di Leila Papperini, Cesenatico, 2006). Ha tenuto anche letture pubbliche. Oltre che di poesia si occupa di saggistica, e ha scritto diversi volumi dedicati al cinema, alla musica, all’arte: Appunti per una bibliografa della meraviglia (2005), Circe coi trampoli. Io, Silvia e il videoregistratore (pubblicato in weblog tra il 2003 e il 2005), La voce di Beemoth. Storie di treni e musiche (2006), Inesausta sorpresa (la musica è una) (2009), Welles – Chisciotte. Immaginazione – Immaginario (2014, proposto per una pubblicazione a Goffredo Fofi e Paolo Mereghetti). Ha svolto per oltre trent’anni attività di volontariato negli ambiti del commercio equo e solidale, dell’educazione alla pace, della scuola e della promozione socioculturale: attività per le quali ha scritto e tenuto conferenze e seminari. Tra il 1988 e il 1995 è stato allievo e attore della Scuola teatrica della discesa (Cesena). Per molti anni ha cantato in un coro amatoriale diretto dalla sorella Carla.

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